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La splendida solitudine (o quasi) di Rivi

Giro d’Italia
3^ tappa Kaposvar – Balatonfurer

Un ciclista solo è un ciclista felice. Perché questo è uno sport che ricerca la solitudine: staccare tutti, cercare la fuga, abbandonare il gruppo. E fa nulla se alla fine poi il gruppo ritorna, se alla fine poi vince qualcun altro: la fuga è l’essenza del ciclismo, e oggi in fuga ci siamo andati noi con uno che di fughe se ne intende. Samuele Rivi è scattato poche centinaia di metri dopo la partenza e si è regalato 150 km di solitudine relativa, insieme a due compagni d’avventura. Tante ore di diretta TV, tante parole dei telecronisti per lui e la EOLO-KOMETA, un’azione che significa anche onorare una corsa come il Giro. Sì, alla fine è stata volata nella tappa che ha salutato l’Ungheria prima di tornare in Italia. E la volata è stata vinta da un fenomeno come Mark Cavendish, con il nostro Albanese arrivato in 14^ posizione. Domani, tutti sull’aereo per la Sicilia e attenzione: martedì, si sale su sua maestà il Monte Etna.

Samuele Rivi: “A me andare in fuga piace, ormai avete imparato a conoscermi: l’ho fatto alla Sanremo, l’ho fatto e lo farò ancora qui al Giro. In questa tappa non c’erano salite quindi ci è andata anche abbastanza bene e il gruppo per un po’ ci ha lasciato fare, ed è stato bello stare insieme a Mattia Bais, un trentino come me. Mi vedrete ancora in fuga, promesso”.

Maurizio Borserini , Sprint Cycling

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